Oggi vi presento uno storico racconto natalizio, datato 1938, che narra di un personaggio poggese quasi grottesco. Lo scritto è costruito sulla vicenda di un furto di polli ad una personalità locale del Partito Nazionale Fascista soprannominato Urciòn; il ladrocinio di bestiame fu per mano di Enrico, il protagonista, affinchè potesse regalare un degno pranzo natalizio alla propria povera famiglia.
Ecco l’inizio del documento, che potete scaricare per intero in fondo a questa pagina.
L’inverno, in quel dicembre del 1938, era veramente rigido, particolarmente crudo. Nel Podjense, ne soffrivano e ne pativano tutti, specialmente i vecchi che, lamentandosi, ricordavano che un freddo così non c’era mai stato. I candlòt, ( ) abbarbicati alle gole dei coppi di gronda, privi dei canali pluviali per la raccolta dell’acqua piovana, s’erano formati grossi e lunghi, a foggia di trasparenti stalattiti. In quel periodo non v’era la solita nebbia da tagliare con il coltello perché, alle goccioline in sospensione, non era permesso di vivere perché il memorabile gelo, ghiacciandole ed addossandole ai rami delle piante, creava la misteriosa, magica galaverna.
Il silenzio regnava ovunque e irreale. Tutti i soliti, consueti, rumori diurni erano ovattati, assorbiti, annullati, dalla spessa coltre di neve che aveva seppellito, nel paese del Basso Mantovano, ogni cosa. La nevicata l’aveva intriso di quell’atmosfera particolare caratterizzata da galaverna, biancore della neve e profondo silenzio. Tale atmosfera, faceva apparire il paese come quello descritto in una favola dei grandi favoleggiatori nordici oppure come se fosse racchiusa in una di quelle palle di vetro con acqua e neve fioccante, se vengono un poco agitate. […]
Continua…
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