Volevo intitolare questo “pezzo” con La gola della vergogna rifacendomi ai tanti titoli di film usciti negli anni sessanta (Per un pugno di dollari; Per qualche dollaro in più; Il buono, il brutto e il cattivo; Giù la testa) e che fecero la fortuna della cinematografia italiana con l’azzeccatissima stagione degli Spaghetti western. Ho ripiegato, poi, su La gola della Verdonda sembrandomi più consono al tema che desidero trattare.
Qualsiasi cittadino poggese sa che è oltremodo disdicevole passare in bicicletta (ma pure a piedi, pure a piedi!) per quel tratto della “Strada Statale n° 12, dell’Abetone e del Brennero” che va, verso Sud, dalla bretellina che unisce l’estremo Sud di via Martiri della Libertà con la suddetta S.S. n° 12.
Proseguendo verso Mirandola per 500-600 metri (via non fate i pignoli! Potranno essere qualche decina in più od in meno: non li ho misurati) la Strada Statale n° 12 dell’Abetone e del Brennero, diventa un budello intransitabile per ciclisti e pedoni. Non vi auguro, come è capitato a me, di transitarvi mentre incrociano due autocarri. Dovete scegliere tra il rimaner schiacciati contro qualche tratto di guardrail (Zanichelli, pag. 825) o il dovervi buttare nel fosso vicino.
Chiedere all’ANAS di ovviare all’inconveniente, è come chiedere ad un sarto di farvi un paio di scarpe: chiediamo, quindi, all’Amministrazione Comunale di metterci una pezza.
Mi risulta che la pezza sia già stata programmata con la continuazione della ciclabile dalla bretellina già più volte citata fino a raggiungere l’innesto della “tangenziale” in destra della S. S. n° 12. Mi risulta che la progettazione sia completata e che pure i capitali (anche se non la totalità) siano a disposizione dell’Amministrazione.
Se cosi è, cosa aspettiamo? Che venga ripetuta la fatidica frase. — Si poteva evitare?—
Facciamo sì da non doverla mai pronunciare quando possiamo evitare incidenti ferali. Non credo neanche che occorrano difficilissimi studi universitari per poter giungere a giudicare indispensabile la sistemazione di situazioni contingenti, diventate, col tempo, difficili da gestire e pericolosissime da usufruirne.
In una vecchissima relazione di un Commissario Prefettizio che ha amministrato il nostro Comune per un paio d’anni, è testimoniata la sua sorpresa e la sua meraviglia per l’intraprendenza dei poggesi. Non deludiamo quel capace signore che dall’alto del cielo ci guarda.
Mario Setti
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