Carnasciale Podiense 2017
Fra un paio di settimane ecco che tornerà il famoso Carnevale di Poggio ormai noto in tutta Italia e forse anche all’estero. Un’altra edizione densa di eventi e spettacoli che allieteranno il pubblico locale, extra muros e interprovinciale. Al di là di qualche riferimento all’edizione dell’anno scorso, veramente di rottura rispetto ad alcune modalità degli anni precedenti, ora come ora si possono fare pronostici e congetture in base alle scarse notizie intercettate. Intanto vi saranno due momenti della sfilata dei carri, entrambe di domenica, l’una il 19 febbraio e l’altra il 26.
In quest’ultima fra i numeri musicali e giocosi che si alterneranno sul palco, vi sarà l’intervento della ormai nota Comare valligiana con i suoi commenti tra il serio e il faceto e naturalmente lo scoprimento dell’animale misterioso. L’epifania di questa entità è stata assicurata, ma è incerto se trattasi di una bestia autoctona, o alloctona, o addirittura frutto dell’immaginazione popolare. Ma c’è anche il caso, e questo è emerso da voci non bene controllate, che possa essere presentata la figura-emblema di un uomo o di una donna con caratteristiche tipiche, o meglio difetti, che si riscontrano normalmente nei rapporti interpersonali. Per il momento è top-secret, forse i bambini delle scuole locali, muniti di antenne molto sensibili, possono dare qualche indicazione.
V’è da dire che la benemerita Acadèmia del Pidrüs in questi giorni ha il suo daffare per allestire i carri allegorici, completare il programma delle manifestazioni, indicare gli interventi che si avvicenderanno sul grande palco in fregio a piazza San Francesco, insomma tutto il lavoro per conferire il giusto ritmo della grande kermesse.
Sorge una domanda: l’attuale Carnasciale Podiense in che modo differisce dai carnevali storici del passato, per esempio da quelli mirabilmente descritti dallo scrittore, giornalista e storico Giovanni Zibordi nel suo “Cavallo Rosso” pubblicato a Milano nel 1932? In questo libro di memorie personali si trovano poche pagine dedicate al carnevale, però sufficienti per descrivere ciò che avveniva realmente in quei giorni di festa. I momenti salienti del carnevale poggese fine Ottocento erano le mangiate pantagrueliche prima dell’arrivo della quaresima e gli sfrenati balli in piazza e nelle case private: si mangiava, si beveva e si ballavano tutti i ritmi allora in voga. Spesso avvenivano risse anche sanguinose tra gli spasimanti delle bellezze nostrane.
L’unico aspetto in comune tra le due ricorrenze, l’antica e quella dei nostri giorni, erano le sfilate dei carri allegorici per le vie del paese. Riportiamo la testimonianza di Zibordi: “Ma nell’ultima domenica e nel martedì di carnevale il concorso maggiore era nel paese, dove si faceva il corso mascherato, tra allegrezze e chiassi indicibili. Le varie comitive allestivano carri addobbati, e vi rappresentavano soggetti storici o scherzosi, e talora satirici e di attualità, non senza strascichi qualche volta non lieti”. Stessa cosa avviene incredibilmente oggi nella sfilata dei carri a Poggio.
Certo nei carnevali poggesi di altri tempi mancavano i pettegolezzi della Comare valligiana, né lo svelamento della famosa “bestia” reale o immaginaria o al suo posto la presentazione della figura umana dalle ben note qualità caratteriali. Soprattutto mancava un tipo di pubblico cosmopolita quale si riscontra oggi a Poggio: un pubblico costituito di tutte le razze, le religioni e le lingue. Ecco perché il Carnasciale Podiense può vantare una portata universale.
Carlo Benfatti
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